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      Io vi prego dunque a prendervi la fatica di leggere nell'ore meno occupate questa mia Lettera, ma di leggerla con animo di dirmene il vostro sincerissimo parere, e con esso di darmi quegli ch'io vi chieggio amorevoli ed al vostro solito dottissimi consigli, coll'aiuto de' quali riuscendomi di tor via il troppo ed il vano, ed aggiugnendo ciò che sarebbe di mestiere,
     
      Forse che ancor con più solerti studiPoi ridurrò questo lavor perfetto.
     
      Crederono molti che per questa bella parte dell'universo che noi comunemente chiamiamo terra, tosto che dalla mano dell'eterno Maestro uscì stabilita, o in qualsisia altro modo col quale follemente farneticassero che ciò potesse essere avvenuto, crederono, dico, che ella in questo stesso momento cominciasse a vestirsi da sé medesima d'una certa verde lanugine somigliantissima a quella vana peluria ed a quel primo pelame di cui, subito che nati sono, si veggon ricoperti gli uccelli ed i quadrupedi; e che poi a poco a poco quella verde lanugine, dalla luce del sole e dall'alimento materno fatta più vigorosa e più robusta, si cangiasse e crescesse in erbe ed in alberi fruttiferi abili a somministrare il nutrimento a tutti gli animali che la terra avrebbe poscia prodotti; e dicono che ella cominciasse dalle viscere sue a produrne di tutte quante le spezie; cioè dall'elefante infino alle più minute e quasi invisibili bestiuole: ma che non contenta della generazione degli animali irragionevoli, volesse ancor la gloria che gli uomini stessi in quei primi tempi la riconoscessero per madre.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





Lettera Maestro