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      Onde affermano gli Stoici, come racconta Lattanzio, che in tutte le montagne, in tutte le colline e pianure si vedeano spuntar fuori gli uomini come veggiamo nascere i funghi. Vero è che non fu di tutti opinione che e' nascessero da per tutto, ma in una sola e determinata parte, o provincia: quindi gli Egizzi, gli Etiopi ed i Frigi donavano questo vanto al lor proprio paese; ed al loro ancora gli Arcadi, i Fenici e gli abitatori dell'Attica; tra' quali gli Ateniesi, per dare un contrassegno che in Grecia i primi padri dell'uman genere fossero nati da sé medesimi in quella maniera che dalla terra si crede che ancor oggi nascano le cicale, portavano, com'è noto, su' capelli alcuni fermagli d'oro in forma di cicale effigiati; e Platone nel Menexeno, e Diogene Laerzio nel proemio delle Vite de' filosofi concedono anch'essi al paese de' Greci quest'onore dell'avervi la terra partoriti i primi uomini: ma in qualsisia paese che potessero esser nati, fu dottrina d'Archelao, scolare d'Anassagora, che non ogni terrenello magro ed arenoso, non ogni morto sabbione fosse il caso, ma che ci volea una maniera di terreno caldo ed allegro e di sua natura poderoso a germinare, producente una certa poltiglia simile al latte e che, in vece di latte, potesse alle bestie ed a gli uomini somministrare il primo alimento.
      Questi viventi, per testimonianza d'Empedocle e d'Epicuro, ne' primi giorni del mondo alla rinfusa nascevano senz'ordine e senza regola dagli uteri della terra, madre non ancor ben esperta di questo mestiere.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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