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      Egli c'è ancora un'altra maniera di savie genti, le quali tennero e tengono per vero che tal generazione derivi da certi minimi gruppetti ed aggregamenti di atomi, i quali aggregamenti sieno i semi di tutte quante le cose, e di essi semi le cose tutte sien piene. E che ne sieno piene lo confessano ancora molti altri dicendo che sì fatte semenze nel principio del mondo furono create da Dio, e da lui per tutto disseminate e sparse, per render gli elementi fecondi, non già d'una fecondità momentanea e mancante, ma bensì durevole al pari degli elementi stessi; ed in questa maniera dicono potersi intendere quello che ne' Sacri Libri si legge, avere Iddio create tutte le cose insieme. Ma quel grandissimo filosofo
      de' nostri tempi, l'immortale Guglielmo Arveo, ancor egli ebbe per fermo che fosse a tutti quanti i viventi cosa comune il nascere dal seme, come da un uovo; o che venga questo seme dagli animali della medesima spezie, o che d'altronde a caso derivi e proceda. Quippe omnibus viventibus id commune est (dice egli), ut ex semine, ceu ovo, originem ducant: sive semen illud ex aliis eiusdem speciei procedat, sive casu aliunde adveniat. Quod enim in artes aliquando usu venit, id idem quoque in natura contingit: nempe, ut eadem casu sive fortuito eveniant quae alias ab arte efficiuntur: cuius rei (apud Arist.) exemplum est sanitas. Similiterque se habet generatio (quatenus ex semine) quorumlibet animalium; sive semen eorum casu adsit, sive ab agente univoco eiusdemque generis proveniat.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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