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      Quippe etiam in semine fortuito inest principium generationis motivum, quod ex se et per se ipsum procreet; idemque quod in animalium congenerum semine reperitur; potens scilicet animal efformare. E prima avea detto quegli invisibili semi, quasi atomi per l'aria volanti, esser da' venti or qua ed or là disseminati e sparsi; ancorché mai non si dichiari donde e da chi abbiano la loro origine; solamente pare che si raccolga dalle suddette citate parole che egli creda che quei semi fortuiti volanti per l'aria e traportati da' venti procedano e nascano da un agente non già univoco, per parlar con le scuole, ma bensì equivoco; ed in miglior maniera forse, e con più soda e stabil chiarezza detto avrebbe la sua opinione, se tra' tumulti delle guerre civili non gli fossero andate male, con deplorabile pregiudicio di tutta la repubblica filosofica, quelle molte osservazioni che intorno a questa materia egli avea raccolte e notate. Se bene a molti sembrerà cosa dura e malagevole a credere che l'Arveo potesse dare nel segno; imperciocché ostinatamente affermano che la cagione efficiente procreatrice degli insetti naturalmente additar non si possa; onde il più sottile di tutti i filosofi de' secoli trapassati, dopo averla nel mondo nostro indarno cercata, ebbe a dire che la cagione immediata promovente la generazione degl'insetti e producente nella materia disposta le loro anime non essere altra che la mano onnipotente di colui il saper del quale tutto trascende, cioè a dire Iddio ottimo e grandissimo; dal quale parimente essere infuse l'anime in tutti gli animali volanti fu opinione d'Ennio, se crediamo a Varrone che nel quarto libro della Lingua latina scrisse: Ova parire solet genus penneis condecoratum; Non animas, ut ait Ennius.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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