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      Non osservò lo Sperlingio quel ch'ognuno può giornalmente osservare, ed è che le mosche hanno la loro ovaia divisa in due celle separate le quali contengono l'uova o cacchioni, e gli tramandano ad un solo e comune canaletto, giù per lo quale son tramandate fuor del corpo ed in quantità così grande che par cosa incredibile, essendoché certe mosche verdi son tanto feconde che ognuna di esse avrà nell'ovaia fino a dugento cacchioni; s'ingannò dunque lo Sperlingio credendo che i vermi delle mosche nascessero dallo sterco di esse mosche, e con lo Sperlingio s'ingannò forse ancora il dottissimo padre Atanasio Chircher, che ebbe una non molto dissimile opinione. Ma non meno di questi due famosi scrittori andò lontano dal vero un grandissimo virtuoso e mio carissimo amico il quale, avendo veduto che un moscone incappato nella rete, ogni volta che dal ragno era morso, gettava qualche verme, venne in opinione che le morsure del ragno virtude avessero e possanza di fare inverminare i corpi delle mosche. Non invermina adunque, per quanto ho riferito, animale alcuno che morto sia.
      Or come potrà esser vero ciò che dagli scrittori vien riferito e creduto delle pecchie, che elle nascano dalle carni de' tori imputridite, e che perciò, come racconta Varrone, i Greci le chiamassero Bougonas. Questa è una di quelle menzogne che anticamente a caso da qualcuno favolosamente inventate, da altri, come se fossero mere veritadi, furono poi raffermate e di nuovo scritte, e sempre con qualche giunta, imperciocché non tutti gli autori raccontano ad un modo la maniera di questa maravigliosa generazione, e non sono tra di loro d'accordo.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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