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      I quoque, delectos mactatos obrue tauros
      (Cognita res usu), de putri viscere passimFlorilegae nascuntur apes, quae more parentum
      Rura colunt operique favent in spemque laborant.
     
      Lo confermano ancora molti prosatori, tra' quali è da vedersi Origene, Plutarco nella Vita del secondo Cleomene, Filone Ebreo nel trattato delle vittime; ed a questi antichi aderiscono tutti i filologi e tutti i filosofi moderni che ammettono questa favola per vera e sovente, sul di lei fondamento, pretendono di fabbricare macchine grandissime; ed insino quel sublime scrittore, quel fulgidissimo lume delle scuole moderne, Pietro Gassendo, per cosa vera la racconta; ed avendo osservato che Virgilio dà per precetto che tale operazione si faccia al principio della primavera e prima che l'erbe fioriscano,
     
      Hoc geritur Zephyris primum impellentibus undas,
      Ante novis rubeant quam prata coloribus, anteGarrula quam tignis nidum suspendat hirundo,
     
      dice che con molta ragione ciò viene avvertito, conciossiecosaché in quel tempo il giovenco ha pasciuto l'erbe pregne di vari semi, che sarebbon poi germogliati in fiori; e soggiugne che dallo stesso Virgilio e da Fiorentino con molta ragione parimente fu comandato che il morto vitello sopra uno strato di timo e di cassia s'adagiasse; imperocché il timo e la cassia contengono semi abilissimi alla generazione delle pecchie; i quali tutti spiritosi e odoriferi, penetrando nel fracidume di quel cadavero, lo dispongono a vestir la forma di quegl'industriosi animaletti.
      Molti furono e sono di tale opinione imbevuti, come sarebbe a dire Pietro Crescenzi, Ulisse Aldovrando, Fortunio Liceti, Girolamo Cardano, Tommaso Moufeto, Giovanni Jonstono, Francesco Osvaldo Grembs, Tommaso Bartolini, Francesco Folli inventore dello strumento da conoscer l'umido e 'l secco dell'aria, ed il curiosissimo Filippo Iacopo Sachs, il quale nella sua erudita Gamberologia fa ogni sforzo possibile per mantenerla in concetto di vera: e se bene Giovan Batista Sperlingio, molto accorto e diligente scrittore, nella Zoologia saggiamente detto avea che in una grande e pestilenziosa mortalità di armenti non si era nel paese di Vittemberga né veduta mai né osservata questa generazione di api fattizie, contuttociò il Sachs, chiamando in aiuto Gherardo Giovanni Vossio nel quarto libro dell'Idolatria, risponde esser ciò potuto avvenire per la freddezza di quel paese inabile a poter generare e nutrire que' volanti insetti; e lo stesso padre Atanasio Chircher credé verissima quella nascita artificiosa delle pecchie; anzi, nel libro duodecimo del Mondo sotterraneo, insegnò ancora che dallo sterco de' buoi pullulano alcuni vermi a guisa di bruchi i quali, in breve tempo mettendo l'ali, si cangiano in api.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
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