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      Adizzai lo scorpione e l'irritai ad avventar molte punture sopra una lama di ferro, ma non vi lasciò mai segno né di liquore né di umido; ed io stava già per credere, anzi di già lo credeva, che l'opinione di Galeno fosse la vera, quando improvvisamente vidi una volta comparir sulla punta una minutissima e quasi invisibile gocciolina d'acqua bianca, quale poi molte e molt'altre fiate ho veduta, allora quando ho stuzzicato lo scorpione ed egli, incollorito, ha fatto forza di ferire con la coda. E di qui raccolgo che non dissero menzogna Eliano e 'l greco scoliaste di Nicandro affermando l'ago o pungiglione degli scorpioni esser forato di un pertugio così insensibile che si rende vano all'occhio il poterlo vedere.
      In questo tempo nel quale io faceva queste esperienze, morì uno degli scorpioni di Tunisi ammazzato da un altro scorpione suo compagno; onde col di lui morto pungiglione punsi quattro volte nel petto un piccion grosso ed un calderugio, e mentre alcuni credevano che fossero per morirsene, s'accorsero che le punture non avean portato loro detrimento di sorta alcuna. Per la qual cosa cominciò a poco a poco a nascermi un leggier dubbio, se per avventura potess'essere che anche gli scorpioni di Barberia non fossero velenosi. Mi scrive di Tunisi il soprammentovato dottor Pagni che i Mori di quel paese affermano costantemente che non passa anno che non periscano molti uomini feriti dagli scorpioni, e che il lor veleno è terribilissimo e operante con indicibil prestezza e con violenza d'accidenti fierissimi; e agli anni addietro furon provati da Pietro de Santis, mercante in quella città, il quale, ferito da una di quelle bestiuole nel piede sinistro, patì punture atrocissime non solo nella parte offesa, ma ancora per tutta la coscia sino alla spalla; e non ostante che il dolore fosse acutissimo, si lamentava nondimeno e gli pareva che tutto il lato sinistro fosse intormentito e senza forza; ed ebbe di buono a poter guarirne dopo molte scarificazioni fatte sopra la ferita e dopo un replicato beveraggio di teriaca, con la quale ancora gli fu impiastrato tutto quanto il piede, oltre molti e molt'altri medicinali provvedimenti.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
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