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      Sia dunque come esser si voglia, e creda pure ogn'uno ciò che più gli aggrada, che io per poter rattaccare il primiero mio ragionamento vi dirò che, avendo fatto mettere insieme una buona quantità di ragni ed avendogli fatti ammazzare, gli lasciai in un vaso aperto dove correvan baldanzosamente le mosche a pasturarsi ed a farvi sopra, quasi per vendetta, i lor cacchioni; per la qual cosa que' cadaveri in breve tempo inverminarono, ed i vermi, induriti poi in uova o crisalidi, dalle crisalidi nacquero altrettante mosche, di quelle che per le nostre case s'aggirano.
      Lasciando stare adesso di più ragionare de' ragni, parendomi aver a bastanza mostrato che le carni non inverminano e che tutti i soprannominati insetti dalla sostanza di quelle non nascono, giudico che sia tempo ormai di far passaggio ad alcune altre cose, le quali comunemente e dal volgo e da uomini famosi e reverendi sono tenute che bachino, e tra esse più di tutte il formaggio, sul quale i ghiotti si vantano di saper il modo di far nascere i vermi per allettamento della gola: e la cagione efficiente di tal generazione la riducono ad una di quelle che nel principio di questa Lettera vi noverai; ma il sapientissimo Pietro Gassendo accenna che forse le mosche ed altri animali volanti, avendo impresse e disseminate le loro semenze sopra le foglie dell'erbe e degli albori, e queste pasciute poi dalle vacche, dalle capre e dalle pecore, possano introdurre nel latte e nel formaggio quei semi abili in progresso di tempo a produrre i vermi; e certo tale opinione a molti non ispiace, né io vo' negar ora così poter essere; ma tuttavia non so, colla dovuta riverenza che a questo grandissimo ed ammirabile filosofo io porto, non so, dico, in qual maniera que' semi tritati e masticati da' denti degli animali, e nel loro stomaco ritritati e cotti e spremuti, quindi alterati forse di nuovo e dirotti e snervati nell'intestino duodeno per quel ribollimento che vi fanno il sugo acido del pancreas e l'umore bilioso, e di nuovo rialterati nel passar per quelle strade che dallo stomaco e dagl'intestini vanno alle mammelle, abbiano potuto conservar sana e salva ed intera la loro virtude; che se ciò fosse potuto avvenire, si potrebbe sperare che, fatto una volta il formaggio di latte di donna, fosse per produrre in vece di vermi altrettanti muggini o lucci, se quella donna ne avesse mangiate l'uova, ovvero altrettanti galletti e pollastre per cagione dell'uova di gallina bevute; che se bene poté berle allora che eran cotte, nulladimeno vi sono di quelle femmine che le pigliano crude, e subito cavate dal nido intere se l'inghiottiscono; oltre che la cottura, secondo la dottrina del Gassendo, non pare che porti pregiudizio alla virtù generativa che posseggono i semi, conciossiecosaché ogn'uno sa ed ogn'uno vede che sulla ricotta e sulle torte di latte nascono i bachi; e pure la ricotta altro non è che il fiore del siero rappreso al fuoco, e le torte di latte son cotte e rosolate ne' forni; perloché sarei forse di parere che l'inverminamento del latte, del formaggio e della ricotta abbia quella stessa cagione da me soprammentovata nelle carni e ne' pesci, cioè a dire che le mosche ed i moscherini vi partoriscano sopra le loro uova, dalle quali nascano i vermi, e da' vermi le mosche; e ciò manifesto appare a ciascuno che voglia guardarlo con occhio ragionevole; imperocché né il latte, né il formaggio, né la ricotta, né questi altri tutti latticini mai non inverminano se tenuti sieno in luogo in cui le mosche ed i moscherini entrar non possano; del che mi pare esser molto certo per le fatte esperienze; e pel contrario, se questi animaletti giungono a posarsi sopra quei cibi, in breve tempo ne segue lo inverminamento; e perché alla memoria mi tornano alcune cose da me osservate, intendo al presente darvi ragguaglio non già di tutte, perché troppo lungo sarei e rincrescevole, ma bensì di certe poche intorno a quei vermi che son nati.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





Lettera Pietro Gassendo Gassendo