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      Su 'l prezzemolo trovai parimente alcuni bachi similissimi a quegli che si trasformano in mosche: erano però tutti pelosi, e facendo cerchio di sé medesimi spiccavano sovente in qua ed in là vari salti; ma non mi fu favorevole la fortuna nel farmi vedere ciò che ne sarebbe nato, imperocché morirono tutti avanti che in uova, come gli altri, si conducessero e si fermassero; forse pel freddo della stagione, che si era avanzata verso 'l fine del mese di novembre.
      Sentite ora quel che scrive Plinio nel libro ventunesimo della Storia naturale: Un'altra maraviglia, dice egli, avviene del mele nell'isola di Candia: quivi è il monte di Carina, il quale ha nove miglia di circuito: dentro a questo spazio non si trovano mosche, ed il mele colà fabbricato esse mosche mai non assaggiano; ed essendo questo singolare per l'uso de' medicamenti, con tale esperienza si elegge. La stessa maraviglia racconta Zeze del mele attico, e soggiugne che questo avviene per essere l'Attica abbondantissima di timo, il di cui acuto odore è dalle mosche grandemente abborrito. Lo riferisce altresì Michele Glica ne' suoi greci Annali e n'adduce la medesima ragione di Zeze: e pure io ho vedute le mosche partorir le loro uova ed i loro vermi nel timo, e da que' vermi nascerne le mosche, e quelle mosche golosamente mangiarsi non solamente il mele allungato con la decozione del timo, ma eziandio trangugiarsi un lattuario composto col suddetto mele e con foglie di timo. Forse ne' tempi di Plinio e nel monte Carina era una veridica storia, ma in Toscana crederei che oggi noverar si potesse tra le favole: laonde, per terminar più presto che mi sarà possibile questa ormai troppo lunga Lettera e troppo tediosa, ripiglio a dirvi che siccome tutte le carni morte e tutti i pesci, tutte l'erbe e tutti i frutti sono un nido proporzionatissimo per le mosche e per gli altri animaletti volanti, così lo sono ancora tutte le generazioni di funghi, come ho potuto vedere nelle vesce, ne' porcini, negli uovoli, ne' grumati, nelle ditola ed in altri simiglianti: io parlo però di que' funghi i quali di già sono stati còlti e, per così dire, son morti e putrefatti, imperocché quegli che stanno radicati in terra o su gli alberi, e che vivono, sogliono generare cert'altre maniere di bachi, alcune delle quali sono differentissime nella figura, in tutto e per tutto, da' vermi delle mosche; conciossiecosaché questi de' funghi non vanno strascicando il loro corpo per terra, né vanno serpeggiando come quegli, ma camminano co' loro piedi, come i bachi da seta, e se quelli delle mosche, de' moscherini e de' moscioni hanno il muso lungo ed aguzzo, questi lo hanno corto e schiacciato, con una fascia nera sopra di esso.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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