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      Io vi confesso ingenuamente che, prima d'aver fatte queste mie esperienze intorno alla generazione degl'insetti, mi dava a credere o, per dir meglio, sospettava che forse la gallozzola nascesse perché, arrivando la mosca nel tempo della primavera, e facendo una piccolissima fessura ne' rami più teneri della quercia, in quella fessura nascondesse uno de' suoi semi, il quale fosse cagione che sbocciasse fuora la gallozzola, e che mai non si vedessero galle o gallozzole o ricci o cornetti o calici o coccole, se non in que' rami ne' quali le mosche avessero depositate le loro semenze; e mi dava ad intendere che le gallozzole fossero una malattia cagionata nelle querce dalle punture delle mosche, in quella guisa stessa che dalle punture d'altri animaletti simiglievoli veggiamo crescere de' tumori ne' corpi degli animali.
      Io dubitava ancora se per fortuna potess'essere che quando spuntano le gallozzole ed i ricci, sopraggiugnendo le mosche, spargessero sopra di essi qualche fecondo liquore di seme che, pregno di spiriti vivacissimi, potesse penetrar nella parte più interna ed ingravidandola producesse quivi quel verme. Ma, avendo poi meglio considerato che vi son molti frutti e legumi che nascono coperti e difesi da' loro invogli o baccelletti, e che pur bacano ed intonchiano; avend'osservato che tutte le gallozzole nascon sempre costantemente in una determinata parte de' rami, e sempre ne' rami novelli, e che quelle gallozzoline che nascono nelle foglie della quercia, della farnia e del cerro, anch'esse costantemente nascon tutte su le fibre o nervi di esse foglie e che né pur una gallozzolina si vede nata sul piano della foglia tra un nervo e l'altro; che tutte infallibilmente spuntano da quella parte della foglia che sta rivolta verso la terra, e niuna da quella parte più liscia che riguarda il cielo, e per lo contrario tutte le gallozzoline che si trovano nelle foglie del faggio e d'alcuni altri alberi non ghiandiferi stanno tutte dalla parte più liscia di esse foglie; avendo ancora posto mente che molte foglie d'altri alberi, su le quali nascono o vesciche o borse o increspature o gonfietti pieni di vermi, quando quelle foglie spuntano, elle spuntano con quelle stesse vesciche o borse, le quali molto bene si veggiono, ancorché minutissime sieno le foglie, e vanno crescendo al crescere di esse foglie; e di ciò manifestamente ogn'uno potrà certificarsi coll'osservar diligentemente quel che nasce nelle foglie dell'olmo, del leccio, dell'alberello, del susino salvatico e del lentisco; in oltre il cerro fa alcuni grappoletti di fiori; da que' fiori son prodotte altrettante coccole rosse o paonazze, ciascheduna delle quali ingenera tre o quattro bachi rinchiusi ne' loro casellini distinti; il medesimo cerro fa un altro grappoletto di fiori, e da que' fiori spuntano alcuni calicetti verdegialli legnosi nella base e teneri nell'orlo, e tutti questi calici fanno i lor bachi, ed i bachi escon fuora in forma d'animali volanti: perciò, mutandomi d'opinione, mi pare di poter più probabilmente credere che la generazione degli animali nati dagli alberi non sia una generazione a caso, né fatta da' semi depositati dalle sopravvegnenti gravide mosche; e tanto più perché non vi è pur una sola gallozzola che non abbia il suo baco, ed in ogni sorta di gallozzole vi son sempre le proprie e determinate razze di bachi, di mosche e di moscherini, le quali mai non variano.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127