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      Di spine e reste e ossa e buccia e scorza,
      Contra la violenza ed alla forzaDel ciel, degli animali e degli uccelli,
      Ed ha nascosto sotto terra l'oro,
      E le gioie e le perle e gli altri belliSegreti agli uomin perché costin loro;
      E son ben smemorati e pazzi quelliChe fuor portando palese il tesoro
      Par che chiamino i ladri e gli assassini,
      E 'l diavol che gli spogli e gli rovini.
      Poich' anche par che la giustizia voglia,
      Dandosi il ben per premio e guidardoneDella fatica, che quel che n'ha voglia
      Debba esser valentuomo e non poltrone;
      E pare anche che gusto e grazia accogliaA vivande che sien per altro buone,
      E le faccia più care e più graditeUn saporetto con che sien condite.
      Però quando leggete l'Odissea
      E quelle guerre orrende e disperate,
      E trovate ferita qualche deaO qualche dio, non vi scandalizzate,
      Che quel buon uom' altr'intender voleaPer quel che fuor dimostra alle brigate,
      Alle brigate goffe, agli animaliChe con la vista non passan gli occhiali.
      E così(2) qui non vi fermate in questeScorze di fuor, ma passate più innanzi,
      Ché s'esserci altro sotto non credeste,
      Per dio avreste fatto pochi avanzi;
      E di tenerle ben ragione aresteSogni d'infermi e fole di romanzi;
      Or dell'ingegno ognun la zappa pigli,
      E sudi e s' affatichi e s'assottigli.
     
      E chi sa che Virgilio, Dante e gli altri toscani poeti con quelle lor favole non volessero insegnarci che le piante non sono affatto prive di senso? Io so molto bene che non v'è motivo, né conghiettura, né prova, né ragione concludente, non tanto per la parte affermativa, quanto per la negativa; ma egli è anche vero che le piante si nutricano, crescono e producono seme e frutto come gli altri animali; cercano con ansietà il sole e l'aria aperta e sfogata, sfuggono in quel modo migliore che possono l'ugge malefiche e con movimenti invisibili si storcono per iscansarle; e chi sa, se gambe avessero e non fossero così altamente radicate in terra, che non fuggissero da chi vuole offenderle, ed offese e straziate non facessero i lor versi ed i loro lamenti, se organi possedessero disposti e proporzionati all'opra della favella?


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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