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      Morì dopo quattro giorni di vita.
      Nel mese di settembre, trovandomi al Poggio Imperiale, feci raccorre una gran quantità di bruchi di color verdegiallo con qualche macchia nera e bianca; questi stavano rodendo certi cesti di cavolo; gli misi nelle scatole dando loro a mangiare dello stesso cavolo, e dopo quattro giorni salirono quasi tutti ne' coperchi delle scatole e quivi s'attaccarono senza muoversi; ed alcuni in questo tempo fecero certe minute uova, rinvolte in seta gialla: dopo essere stati tre giorni senza muoversi, si spogliarono non di tutta la pelle, ma di quella parte solamente che lor vestiva il capo, quindi adagio adagio cominciarono a mutarsi di figura, e s'indurì loro la scorza; e la figura fu perappunto come quella della crisalide della ruta, stando tenacemente appiccati alle scatole, perché dall'ultima estremità della coda avean cavato fuora un filo di seta che s'attaccava alla scatola, e con due altri fili alla medesima scatola aveano raccomandate le spalle, ed un altro filo usciva loro di sotto la gola; ma questo quarto filo non tutti l'avevano: in tal modo, mutati di figura, si conservarono tutto 'l verno, ma verso 'l mese di marzo molti si seccarono e perderono quel moto e dimenamento che, quando eran toccati, facevano: molti però non lo perderono, e rimasero vivi e semoventi; e questi, ch'eran rimasi vivi, lasciando al principio di maggio attaccato il guscio al coperchio delle scatole, ne scapparon fuora in forma di farfalle di color verde giallo sbiadato, con due macchie nere e tonde dell'ali superiori e con due cornetti gialli in testa, come quegli della farfalla nata dal bruco trovato nella ruta.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





Poggio Imperiale