Pagina (116/127)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      De' vermi della testa de' cervi ne fece aperta menzione il grande e sapientissimo Aristotile nel cap. 15 del 2 libro della Storia degli animali, e son quest'esse le sue parole: Tutti quanti i cervi hanno de' vermi vivi nel capo, nascendo loro sotto la lingua in una certa cavità vicina a quella vertebra colla quale il capo s'attacca al collo. Son di grandezza uguali a que' più grandi che da ogni sorte di carne putrefatta si producono, ed arrivano per lo più al numero di venti in circa. Io ho avuto curiosità molte e molte volte di cercarne, tanto ne' cervi più vecchi quanto in que' più giovani che fusoni da' cacciatori son detti, e quasi in tutti n'ho trovati; dico quasi in tutti, perché in vero più d'una fiata mi sono imbattuto in qualche testa che non ne ha mostrato né pure un solo, conforme mi avvenne il dì venzette di febbraio, che di dieci teste di cervo che feci aprire, nove erano verminose ed una sola osservai libera da quel fastidio; e pochi giorni dopo, di sei capi di fusoni, quattro solamente contenevano i vermi. Aristotile gli assomiglia nella grandezza a quegli che nelle carni imputridite si veggono.
     
      E perché egli è Aristotile bisognacredergli, ancorché dica la menzogna.
     
      Ma a me parrebbono questi de' cervi senza niun paragone moltissimo più grandi e nella figura mi rassembrerebbono differentissimi da quegli, conciossiecosaché questi de' cervi son fatti com'un mezzo cilindro, piatti nella parte inferiore che tocca la terra e rilevati per di sopra e bianchi, ma distinti da molte strisce di mezzi anelletti pelosi, i di cui peli sono di color di ruggine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





Aristotile Storia Aristotile