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      In oltre sovra i due lunghi argini della valletta medesima si veggono due piccole piccole fessure, una per argine, e da ciascheduna di esse scappa fuora una certa papilla, che è il capezzolo dell'una delle due poppe con le quali il Delfino allatta i suoi parti. Ogni capezzolo può allungarsi e scorciarsi, ed ha nella sua estremità un forame per cui, intromessa una lunga tenta, entra per lungo spazio in un lungo canale interno, scorrente per un gran corpo glanduloso, e questo largo canale interno è tutto pieno di celle, o per dir meglio di sacchetti membranosi, alcuni de' quali tengon la bocca volta verso il capo del Delfino, ed altri pel contrario verso il capezzolo della poppa. Quel primo, che nel principio della valletta ho detto esser la porta della natura femminile, dà l'entrata in una larga e spaziosa cavità, nel fondo della quale rilevasi una grossa papilla aperta in punta ed increspata, alla base della quale, in uno de' suoi lati, si stende un'ala semicircolare e membranosa, grossa e dura. A prima vista questa aperta, grossa e rilevata papilla si crederebbe che fosse il capo dell'utero che introducesse ne' due corni di esso utero; ma non è vero: imperocchè questa papilla sbocca in un'altra cavità o caverna minore della prima, e nel fondo di questa seconda cavità stassi rilevata un'altra grossa e grande papilla aperta in punta, e nell'apertura increspata come la prima; e siccome alla base della prima, da uno de' lati, si stende un'ala semicircolare membranosa e dura, così alla base di questa seconda si stende un'altra simile ala.


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Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi
di Francesco Redi
Tipi Pietro Marini Firenze
1684 pagine 162

   





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