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      Dove oggi in Susa è il Collegio degli studi, nel principio del secolo decimosettimo sorgeva il carcere ed il tribunale della santa Inquisizione.
      Colà fu interrogata la nostra Maddalena, che, innocente come era, negò, e della sua onesta vita richiese a testimonio il proprio parroco, il quale, con coraggio non comune a quei tempi, dichiarò per iscritto come l'accusata fosse donna dabbene e divota, dandone frequenti prove coll'accostarsi ai sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia.
      Testimonianze che a nulla valsero; imperocchè gli esaminatori, che volevano ad ogni costo strapparle di bocca ciò che essi chiamavano la verità, le ingiunsero di non perfidiare più oltre sub pœna funis. E accoppiando l'ipocrisia colla ferocia, sotto colore di umanità promisero di usar misericordia verso di lei, quando avesse confessato ogni cosa.
     
     
      XXIV.
     
      «Confessarsi rea o soffrire la tortura - a così diabolico dilemma piegavano non di rado uomini vigorosi; pensate dunque se poteva reggere la Maddalena sfinita dagli anni, dalla miseria e dai patimenti della prigione.
      La tortura era per lei il più terribile de' mali; all'incontro la parola misericordia sul labbro de' sacerdoti di Cristo era il più dolce dei beni. E fidente in quella evangelica parola, compiacque la innocente alla barbarie degl'inquisitori, e si disse rea dei malefizi tutti di che l'accusavano; però non senza contraddirsi, nell'assegnare il tempo, le persone ed i luoghi: il che ad intemerati giudici sarebbe bastato a dare indizio che le risposte di lei non erano tanto effetto della reità, quanto della violenza che le facevano.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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