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      I lavori a cesello in varii compartimenti rappresentano angeli ed apostoli, Maria Vergine e Cristo benedicente; e ai due capi della cassa sorgono due figure più alte e in maggior rilievo, i santi Pietro ed Eldrado.
      Le ossa dell'antico abate della Novalesa dormono in pace, protette dalle figure più sublimi del cristianesimo, alle quali, guardando io attentamente, esclamai:
      - O padre Ilario, conosco anch'io i prodigi di questo santo, che ho letto in diversi libri, e spezialmente in quello del Rochex: La gloire de l'Abbaye de la Novalèse. -
      E padre Ilario, levando il capo, rispose:
      - Il secolo indifferente non cura gran fatto questi prodigi, ma ogni onest'uomo dovrà venerare le virtù cristiane, che onorarono la vita del nostro abate Eldrado. Io sempre le venerai, desiderando di finire i miei giorni accanto alle sue ceneri presso la grotta dove soleva pregare, su questo poggio profumato dalle sue memorie. Ma una legge di soppressione, che io rispetterò perchè proposta da legittime autorità, ci minaccia, e ben tosto mi allontanerà da questo chiostro: Fiat voluntas Dei. -
     
     
      XXXII.
     
      Così confortandosi nell'aiuto della Provvidenza, mi condusse sul farsi del meriggio dietro le già accennate antiche cappelle, su d'un terrazzo ombreggiato da annose querce, e di lassù godetti incantevole veduta.
      Io vedeva la valle irrigata della Cenisia, e verso il sud le montagne di Gravere e di Chiomonte folte di selve, e il monte di Giaglione più al basso, e alle sue falde il campanile di Venaus, e udiva il continuo fracasso del fiumicello giù nelle forre delle voragini petrose, e il gemito carezzevole delle cascatelle d'acqua, che, coi nomi particolari di Claretta, Torrente, Roggido e Rivo malo, scorrono come argento fra il verde del Rocciamelone, e ricordano le cascate dell'Aniene sui gioghi tiburtini; e un olezzo dì erbe aromatiche e un'armonia perenne, il bello della natura misto di orrori e di delizie: questa vista m'inebbriava i sensi, e più dolorosa rendeva al vecchio monaco la minacciata dipartenza.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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