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      Di pensiero in pensiero fra l'erudito e il filosofo io andava cercando il poeta nazionale, e lo trovava in due cori, potenti voli della lirica italiana.
      Ermengarda, la figlia di Desiderio, moglie di Carlomagno, che
     
      Con l'ignominia d'un ripudio in fronte
     
      torna alla paterna reggia, e ricoveratasi in Brescia nel monistero di San Salvadore, cessa di soffrire cessando di vivere, è tale episodio che trasse dal cuore del poeta un canto che tutti sanno come sia improntato di santo dolore e di carità cristiana.
     
      Sparsa le trecce morbideSu l'affannoso petto,
      Lenta le palme, e roridaDi morte il bianco aspetto,
      Giace la pia, col tremoloGuardo cercando il ciel.
     
      L'altro coro è nell'atto terzo, e vi senti lo stato angoscioso d'Italia.
     
      D'un volgo disperso che nome non ha.
     
      Nel dramma è rappresentato lo spettacolo di due forze straniere che vengono a cozzare sulla nostra terra, e forse non basta al compiuto trionfo del teatro, perchè fra quella barbara lotta non udiamo il lamento d'Italia, di questa novella Ifigenia, sagrificata all'ambizione di due superbi stranieri, se ne levi il coro
     
      Dagli atrii muscosi, dai fôri cadenti, ecc.
     
      Il poeta nazionale, nel cui pensiero, come ben avverte il Tommaseo, nè la tirannide longobarda era sacra, nè la conquista di Carlo era santa28, in quel coro si leva gigante coronato di tutta la sua luce. Egli non è franco, non longobardo, non papista; egli si è innalzato al di sopra delle controversie dell'erudizione e della filosofia, e sfolgora nella sfera della giustizia suprema, donde guardando quaggiù alle superbie della polvere umana sente con Balbo, che signori stranieri, civili o barbari, si rassomigliano; e nelle ultime strofe del coro dirette agli Italiani raccoglie la sintesi di tutto il dramma, il concetto vero e sublime del poeta che maledice, nella lotta delle Chiuse, vinti e vincitori, esclamando:


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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