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      XI.
     
      Due Salti.
     
      Due salti di donna sono famosi nelle tradizioni e nei canti di Grecia e d'Italia. Ricordato dai Greci è tuttodì il salto di Saffo, e gl'italiani lamentano il salto di Alda.
      Visitai sul promontorio di Leucade le rovine del tempio di Apolline, dove la tradita poetessa di Lesbo mise l'ultimo lamento contro l'ingrato Faone, prima di gettarsi disperatamente nelle acque dell'Ionio. A pochi passi di là, nel deserto monastero di Santo Nicola, presso piccolo giardino, una chiesuola e i rozzi sepolcri di due vescovi, mi fu aperta la cella in cui visse austeramente la pia Susanna, che morta venne sepolta col capo appoggiato al tronco dell'arancio, che la romita piantò di sua mano all'ingresso di quell'umile asilo.
      Colà il vecchio monaco Cipriano, che contava cento e più anni di vita, m'imbandiva frugal mensa, benedicendola colla tremebonda sua destra. Dipoi, tornato al muto delubro di Apolline, colsi fra le rovine una viola che, sebbene arida, è per me tuttavia piena di vita; e la serbo nelle pagine di Grecia a ricordanza dell'isola ospitale che m'ebbe tre mesi infermo per grave frattura toccatami al piede sinistro, nel saltare da una barca sul lido prossimo al promontorio, infausto ai poeti dell'uno e dell'altro sesso. La serbo a ricordo della infelice donna miseramente tradita in amore, ed a memoria del Leucadio Aristotile Valaoriti, ch'empie de' suoi mirabili versi l'isola materna e tutta Grecia.
      Presso il luogo del salto di Alda, come presso quello del salto di Saffo trovai grotte di antichi romiti e l'ospitalità di uomini solitari.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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