Pagina (127/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dei confratelli della parrocchia destinati a preparare il convito, chi pensa al lardo ed ai polli, chi attende ai ceci ed ai fagiuoli, altri alle legna ed al fuoco, e tutti sono affaccendati intorno alle caldaie che ardono sino a mezzanotte. Nel mattino della festa il popolo accorre impaziente con vasi di legno e di creta per avere ciascuno la desiderata porzione. Non vi parlerō delle scodelle e marmitte che cadono o si spezzano in quella pressa di gente, nč di qualche povera vecchierella che a stento si fa innanzi e aspetta ansiosa il momento propizio per alzare con mano tremante il suo recipiente ed avere la sua porzione. Finiscono coll'averne tutti, e ai signori principali del paese i confratelli hanno cura di portare in casa la loro parte; e cosė in quel giorno solenne il popolo nostro gode fraternamente del medesimo pasto.
      Antica usanza č questa che prova, come all'ombra dell'altare cristiano sia sempre stato protetto il diritto di congregarsi. Gerusalemme ogni anno con banchetti celebrava l'anniversario della dedicazione del tempio: cosė Avigliana col banchetto della Pentecoste celebra annualmente la fratellanza umana. -
      Registrai la festa descrittami dal sacerdote, perchč amo le religiose costumanze che giovano a ravvivare la concordia delle genti. Ed ora l'agape della Pentecoste mi fa ricordare l'agape dell'amicizia, che nel 15 ottobre 1861 mi diede l'ultima volta il nostro rimpianto Norberto Rosa nel suo amenissimo podere della natale Avigliana, da lui denominato il Cantamerlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





Avigliana Pentecoste Pentecoste Norberto Rosa Avigliana Cantamerlo