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      Lamentiamo il Bongiovanni e lamentiamo noi medesimi. Chi può dirsi del tutto sano di mente?
      «Ciascuno è matto nella sua maniera», lessi in tre luoghi a grandi caratteri sulle mura del Castello d'Alpignano.
      Sì: dal più al meno siamo assaliti da pazzie intermittenti noi tutti figli dell'uomo, che ci logoriamo il cervello e il cuore per ambizioni ed amori su questo atomo di polvere, che si chiama terra, in questo minuto secondo del tempo, che si chiama vita umana.
     
      «Ciascuno è matto nella sua maniera».
     
      E forse non lo sono io pure, che in riva alla Dora torno le due e le tre volte a visitare gli stessi luoghi, le chiese, i castelli, i conventi, per iscrivere qualche pagina e nulla più? Non è questa una nuova pazzia? A che servirà il continuo travaglio del mio pensiero?
      Qualche amico mi conforta dicendo: Servirà a dar una viva illustrazione di paesi che amate e che vi ricorderanno con affetto.
      Pazzia è l'illudersi in tale speranza!
     
      «Ciascuno è matto nella sua maniera».
     
      Ripeterò anch'io la terza volta col Castello d'Alpignano.
      La mia illustrazione non è Storia esatta del Piemonte, come un bel libro del Cibrario o del Ricotti; non è una descrizione particolareggiata e statistica de' luoghi, come il Dizionario degli Stati Sardi del Casalis, e nemmeno uno splendido complesso di letteratura e politica, come I miei tempi del Brofferio. Il mio scritto è un lavoro capriccioso, non altro: e il secolo, annoiato de' capricci, vuole cose serie.
      Dunque io sono un matto. Mi si prepari una stanza nel Manicomio presso il prof.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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