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      Costretti a strisciare su questo globo, ed immersi nell'atmosfera, siamo nel caso di colui che trasportato equabilmente in un bastimento crede di star fermo, intanto che dal lido il suo bastimento è veduto muoversi rapidamente. Anzi in tal caso non v'à miglior argomento per concludere il proprio moto colla nave, che il fatto dell'apparente moto del lido, a cui partecipano mille oggetti dotati di moto proprio. Vale a dire che, se (trovandoci noi stessi sopra un bastimento) scorgessimo molte persone passeggiare sulla spiaggia, e ciascuna tenere una direzione diversa, e intanto tutte sembrassero partecipare ad un altro movimento comune anche alle terre e alle città, secondo quel di Virgilio "Provebimur portu, terraeque, urbesque recedunt" dovremmo inferirne, che dunque noi siamo in movimento colla nave, e che quel moto universale non è che un'apparenza. Ora non è ciò appunto che si manifesta in Cielo? I pianeti, le comete, le stelle multiple, sebbene mostrino un diverso e proprio movimento, non partecipano forse esattamente al moto universale diurno di tutti gli astri? Dovremo dunque parimente dedurne, che noi rotiamo giornalmente insieme colla Terra, e che quel movimento comune a tutti gli astri è una pura apparenza.
      2°. Viene a corroborare tal deduzione l'argomento di analogia. Infatti la Terra, per quanto si voglia suppor ferma al centro del sistema planetario, ciò non ostante è un globo sospeso nello spazio, come sono i pianeti; sta fra questi; à una grandezza intermedia alla loro; è come essi opaca ed illustrata dalla luce del Sole; e veduta alla distanza delle stelle si riduce anch'essa ad un punto.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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