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      Così dicasi degli altri pianeti.
      IV. L'aberrazione, delle stelle può spiegarsi col moto annuo della Terra. Dimostreremo a suo luogo cheI. la luce va per linee rette ed è dotata della velocità di 70 mila leghe a secondo;
      II. per la visione è necessario che la luce, la quale entra per la pupilla, pervenga al fondo dell'occhio, cioè alla così detta rètina, come per vedere per mezzo di un canocchiale è necessario che questo sia collocato in maniera che la luce, la quale entra per la prima lente, pervenga a quella, a cui si applica l'occhio;
      III. finalmente ogni oggetto è da noi riferito o veduto in quella retta, che segna l'andamento dei raggi in prossimità dell'occhio, ossia l'andamento che essi ànno dalla pupilla alla retina; come veduto per un canocchiale, è riferito nella prolungazione dell'asse del tubo che contiene la lente, a cui si applica l'occhio. Per ora supponiamo dimostrate tutte queste cose, e ci accingiamo a far vedere che, se la Terra si ravvolge annualmente intorno intorno per l'ecclittica, gli astri dovranno dare l'apparenza dell'aberrazione. Imperocchè, posto che si debba guardare col canocchiale una stella S (fig. 45.) [vedi figura 045.gif] che stia allo zenit dell'osservatore, il canocchiale dovrà tenersi perfettamente verticale solo nella supposizione che la Terra non si muova. Non così nell'ipotesi, che difendiamo. Infatti la luce, che viene dalla stella, giunta alla prima lente, L del canocchiale, dovrà impiegare un brevissimo tempo per arrivare in B. Ma poichè la Terra pel suo moto annuo, che noi qui supponiamo, fa sette leghe a secondo, e la luce ne fa 70 mila; la linea LB percorsa dalla luce in questo tempetto, sta alla BC (normale alla LB) percorsa dalla Terra nel tempetto medesimo, come 7:70000::1:10000. Si conduca dunque pel punto L una retta LA che sia perpendicolare alla BL, ed in lunghezza stia alla BL, come 1:10000; e compiuto il parallelogrammo ALBO, potrà dirsi che la luce, la quale entra per L, dopo il detto tempetto non tocca il punto B, ma il punto O. Dacchè quando la luce passa da L in B, tutto il canocchiale LB va in L'C, (fatta la LL'uguale alla AL). Se dunque dal punto O si volesse vedere la stella S per mezzo del canocchiale BL, bisognerebbe dare a questo la posizione OL, affinchè la luce che entra per L colpisse la seconda lente O. In altri termini la luce mostrerebbe l'andamento LO, e la stella sarebbe veduta in S'. Altrettanto dee dirsi se L sia la pupilla, ed O la retina, o il fondo dell'occhio.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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