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      2°. Già sappiamo (16. II. 14°) che ogni piano, il quale passi pei poli terrestri, determina sulla superficie della Terra una curva rientrante in sé stessa, e che la metà di tal curva intercetta fra i due poli viene denominata meridiano terrestre. Parimenti sappiamo (16. II. 13°) che l'incontro del piano dell'equatore celeste colla medesima superficie della Terra determina l'equatore terrestre. È chiaro inoltre che possono concepirsi quanti si vuole meridiani terrestri, ognuno dei quali tagli l'equatore in un diverso punto. Ebbene: per distinguere un meridiano da ogni altro si è convenuto di denominarlo da uno di quei paesi, pei quali trapassa; però si dice il meridiano di Roma, il meridiano di Parigi.
      3°. Sarà determinata onninamente la posizione di un sito qualunque sulla superficie della Terra, ove si conosca I. qual sia la posizione dei suo meridiano sulla superficie terrestre, II. su qual punto del meridiano medesimo esso trovisi collocato. Per venire in cognizione della prima cosa converrebbe fissare per convenzione nell'equatore terrestre un punto, su cui s'avesse a contar zero, ed il quale costituisse così il principio della sua graduazione. In tal maniera la giacitura di un meridiano potrebbe facilmente rendersi nota poiché a tale intendimento basterebbe annunciare per qual grado di equatore esso trapassi. Potrebbe pur facilmente annunciarsi la collocazione di quel tal sito sul suo meridiano, cioè la seconda cosa, dicendo di quanti gradi di meridiano disti il sito o paese dall'equatore.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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