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      E veramente la pretensione di quelli, i quali vorrebbero, che nessuna espressione scritturale contraddicesse ai trovati della scienza, non è dissimigliante dallo scandalo puerile, cui prendono certi umanisti al leggere nei Libri santi una lingua, che non è classica. Dacchè presumere che la parola del Signore debba essere un testo di lingua, è supporre che Dominiddio abbia voluto dare un'accademia di letteratura, piuttosto che fare una predica paterna agli uomini di ogni condizione. Lo Spirito santo lasciò la scelta delle parole agli agiografi, i quali perciò parlarono e scrissero più o meno elegantemente, secondo la loro particolare erudizione; ma sempre in modo da poter essere capiti dai loro ascoltatori e lettori. E se a questo scopo nell'esporre le cose sopprasensibili, e quelle medesime, che ànno una stretta attinenza al dogma, ànno spesso dovuto ricorrere alle metafore, ed ai modi di dire comuni; tanto più in quelle poche cose di Cosmogonia, di Fisica, e di Astronomia, che doveano accennare, per edificazione degli uomini, ricordando che Iddio solo è il Creatore di tutte le cose, il padrone dell'Universo, l'arbitro provvidentissimo delle leggi fisiche, ecc., doveano adoperare il comune linguaggio. Si aggiunga che il linguaggio proprio della scienza, la quale dopo molti progressi sia giunta a contemplare la realtà delle cose, riesce ridicolo alla comune degli uomini; e però anche i dotti, se non vogliono far ridere il pubblico, debbono fuori dell'Accademia adoperare il linguaggio fondato sulle apparenze, ossia falso sotto il riguardo della scienza.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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