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      Questo attaccamento delle molecole di un corpo dicesi coesione.
      2° Nessuno parimenti ignora, come nel sostenere sulla mano un sasso o un oggetto di metallo si esperimenti una pressione. Or bene: la proprietà o attitudine che à un corpo di esercitare pressione sugli ostacoli, che gli impediscono di cadere, si denomina peso.
      3° Così pure non vi è alcuno che non abbia esperimentato la impossibilità di introdurre francamente una mano o un bastone nel muro. Si chiama impenetrabilità la proprietà che à un corpo di impedire, che qualsivoglia altro corpo occupi simultaneamente il sito suo.
      4° Non è altrettanto nota la proprietà che à, esempigrazia, l'ottone di ingrandirsi o impiccolirsi a seconda che viene o riscaldato o raffreddato. Questa proprietà appunto è denominata dilatabilità.
      5° Come la sponga, e il sughero, ànno fra le loro parti delle cavità manifestissime; così lo spazio contenuto sotto l'esterna superficie di un metallo anche molto compatto, come è il platino, non è tutto pieno della materia sua. Dacchè se lo fosse, come potrebbe accadere che col raffreddarlo diminuisse di volume (3. III. 3a)? Ciò non potrebbe attribuirsi alla penetrazione: giacchè l'impenetrabilità dei metalli è tanto conosciuta che non à bisogno di essere dimostrata. Resta dunque che si attribuisca all'esistenza di vacuità, o di interstizii insensibili, frapposti alle molecole di questi corpi. Questi interstizii appunto si chiamano pori. Ma affinchè non si confondano i pori visibili cogli invisibili, si contraddistinguono coll'epiteto quelli di sensibili, e questi di fisici.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424