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      Siccome per altro del calorico si dovrà trattare esprofesso nella seguente Sezione, possiamo dispensarci dal diffonderci qui in ulteriori schiarimenti su questa causa delle dilatazioni. Aggiungeremo invece alcune leggi, alle quali esse vanno sottoposte, e quelle applicazioni, che debbono fin da questo momento esser da noi conosciute, affine d'intender meglio per l'avvenire ciò che saremo per dire qua e là in questa stessa Sezione.
     
      IV. LEGGI. 1° Per un medesimo grado di riscaldamento qual corpo si dilata più, e quale meno. Questa legge si deduce dalle sperienze stesse, colle quali è stata dimostrata la dilatabilità. I. In fatto a mostrare la dilatazione dei solidi col piroscopio anulare (12. II. 4a) bisogna sottoporre alla palla una lampada a spirito ardente. Invece col termometro ordinario (13. II. 4a), si avverte che varia il volume dei liquidi al variare delle stagioni, ed anche solamente col toccare con una mano calda il bulbo del termometro. II. Ma col differenziale (14. II. 1a) si vengono dilatarsi i vapori, tanto solo che si appressi una mano ad una delle sue bolle. Il che prova, che, di regola generale, più son dilatabili i liquidi che i solidi, e più dei liquidi stessi lo sono gli aeriformi. III. Ma anche fra i vari corpi di un medesimo stato vi è differenza. Chè col pirometro meccanico (12. II. 4a) si sperimenta l'ottone essere dilatabile quasi il doppio dell'acciaio, più dilatarsi l'argento dell'oro, e questo più del platino: col termometro ordinario si valuta che l'acquarzente dev'essere alquanto più dilatabile dell'acqua, e ben sei o sette volte più dell'idrargiro: ed infine col differenziale si osserva che, sebbene fra i vapori la differenza di dilatabilità sia assai piccola, pur tuttavolta essa non manca del tutto.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





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