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      Diminuita per tal maniera opportunamente la quantità dell'aria racchiusa nell'apparato, al raffreddarsi di questa, una porzione del sottoposto liquido entrava ad occuparne il posto, e saliva su fino ad una certa altezza (A) stabilmente contrassegnata sul tubo.
      Da allora in poi ogni volta che si avvicinava alla bolla un corpo, la cui temperatura fosse più o meno alta, o l'aria tornava a rarefarsi e cacciava in basso il liquido, oppure si distringeva vie maggiormente, e permetteva che altro liquido vi salisse. In ogni caso la temperatura del corpo appressato veniva ad essere, in qualche maniera, misurata dall'altezza (AV) della colonna liquida. Se non che i difetti di questo strumento non eran pochi. Primieramente esso non avea un punto fisso per quel primitivo riscaldamento; cotalchè i diversi termometri non erano paragonabili fra loro. Secondariamente il liquido del vasellino, a lungo andare, svaporava; e la colonna liquida variava di altezza, anche senza alterazione veruna di temperatura. In terzo luogo non poteano con questo strumento essere segnate le temperature assai alte, senza che l'aria, venendo a soffrire una dilatazione ancora maggiore di quella sofferta allorquando fu costruito il termometro, fosse costretta ad uscire di fuori; e lasciar quindi il liquido ascendere più in alto, non per maggior raffreddamento dell'ambiente, ma per l'aumentata capacità nello strumento. Finalmente il liquido ascendeva e discendeva anche allora, che la temperatura rimaneva costante. Il che avveniva per le vicissitudini, alle quali va soggetta (come vedremo a suo luogo) quella forza espansiva dell'aria esterna, per la quale il liquido è spinto a salire nel tubo.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424