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      Quindi lo smeriglio vero, che è corindone o rubino in polvere, raspa tutti i corpi, meno il diamante; e questo, essendo il più duro di tutti, non può essere pulimentato che colla propria polvere.
      5° È dunque la tenacità (che il volgo chiama piuttosto durezza) quella proprietà, per la quale le molecule di certi solidi possono, anche energicamente, essere forzate ad allontanarsi a vicenda, senza che per questo si ottenga che in un certo loro numero, disposto tutto di sèguito, venga a mancare quella forza.
      6° Nell'incurvare un corpo, certamente le molecule, le quali stanno nella parte che diviene concava, vengono ad avvicinarsi; quelle invece che restano dalla parte che si fa convessa, si allontanano mutuamente. È pertanto la flessibilità l'attributo di certi solidi, pel quale le loro particelle possono avvicinarsi od allontanarsi a vicenda; senza che rimangano perciò sottratte alla forza, che le tiene attaccate insieme.
     
      III. SCOLII. 1° È singolare la fragilità delle così dette, lacrime bataviche; che sono come fiaschettini di vetro muniti di un breve collo chiuso, i quali si ottengono col lasciar cadere delle goccie di vetro fuso nell'acqua. Il loro ventre resiste ad urti anche non tanto deboli; ma se si rompa la punta della loro coda, tutta la lacrima si riduce in polvere. Analoghe son quelle, che chiamano bottiglie di Bologna. Sono piccole bottigliette di vetro, ottenute quasi come le lacrime bataviche; le quali mostrano una sufficiente tenacità: ma ove si faccia cadere dentr'esse un pezzetto di silice, all'istante scoppiano in minutissimi frantumi.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





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