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      2° A misurare la tenacità di un corpo, questo suol ridursi (ove ciò sia possibile) in un filo del diametro di due millimetri, quindi il filo stesso si fissa fermamente con un capo, e all'altro capo si appendono de' pesi sempre maggiori, finche non si spezzi. Il più piccolo peso, capace di ottenere la rottura, dà il numero o valore della tenacità.
      3° Da molte sperienze istituite in questo modo si sono tratte le seguenti conclusioni. I. In un medesimo corpo la tenacità è proporzionale alla sezione trasversale. II. A parità di tutto il resto, essa è maggiore nei corpi di figura cilindrica, che in quelli di figura prismatica. III. Sotto le stesse condizioni il cilindro vuoto è più tenace del pieno. Anzi questo raggiunge la massima tenacità, allorchè il rapporto fra il raggio esteriore ed interiore della sezione del tubo è uguale ad 11:5. IV. Un corpo diuturnamente stirato perde alquanto della sua tenacità. V. I legni nelle medesime circostanze ànno maggior tenacità nella direzione longitudinale, cioè delle fibre, che nella trasversale. VI. Un tronco possiede la sua maggior tenacità nei siti intermedii fra il midollo e la corteccia, e più verso questa che quella. VII. Fra i fili prodotti da animali di specie diversa, i più fini sembrano di maggior tenacità dei più grossi. Infatti costruendo delle funicelle di ugual grossezza con crini di cavallo, o con fili di seta, questi reggono un peso quadruplice senza spezzarsi.
     
      27. Elasticità.
      Fra tutte le proprietà le quali dipendono dalla cagione stessa, che produce la coesione, niuna se ne rinviene, la quale s'abbia tanta rilevanza scienziale, quanta è quella della elasticità. Di questa pertanto terremo speciale discorso.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424