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      E con ciò si spiegherebbe la regolarità geometrica delle forme cristalline.
      2° Prima di dar ragione della varietà di figure assunte da una sostanza medesima, principieremo dall'avvertire, che una stessa sostanza (com'è naturalissimo, e non à bisogno di prova) nelle circostanze medesime rende sempre un'identica figura. Anzi nelle così dette cristallizzazioni artificiali, in quelle cioè che sono stimolate dall'arte, si vede che la varietà delle forme dipende dalla natura del liquido solvente, dalle sostanze eterogenee che si combinano colla materia del cristallo e dalla diversa quantità di calorico. L'allume, esempigrazia, suol cristallizzare in ottaedri: ma se nell'acqua, in cui esso è sciolto, si mesce dell'acido nitrico, gli angoli solidi dell'ottaedro sono sostituiti da una faccia; coll'acido clorico si ottengono le faccette che conducono all'icosaedro, solido, terminato da 20 triangoli; nell'acido borico si ànno dei cubi. Inoltre il medesimo allume, se la soluzione è satura e sta a 100° C., si traduce in ottaedri; se la soluzione è parimenti satura, ma è in vasi chiusi a temperature più alte ancora, si converte in dodecaedri romboidali, o trapezoidali. Tutte queste circostanze medesime, e chi sa quante altre a noi ignote, debbono influire ugualmente a far prendere figure diverse alle cristallizzazioni naturali. Certo è che la neve, la quale cade in una stessa volta, suol mostrarsi tutta cristallizzata al modo medesimo; ma da una volta all'altra cangia di forme (fig. 31.). Così il minerale di ferro dell'isola dell'Elba si distingue da quello di Framont nei Vosgi; l'aragonite delle miniere di ferro è differente da quella delle argille salifere.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





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