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      Per la qual cosa da ora innanzi, all'uscire di questa pei beccucci (p, q), l'aria (in R) verrà sempre più a rarefarsi, e ad esercitare perciò minor pressione sull'acqua. Dovrà dunque giungere un momento, in cui la pressione interna sia tanto piccola, che anche aggiunta a quella del liquido non superi più la pressione dell'aria esterna; e allora cessa l'efflusso. Ma intanto o viene attinta l'acqua dalla vaschetta o sèguita ad effluirne perennemente (per C); e non va guari che la bocca (o) del tubo emerge dall'acqua. Allora l'aria esterna trova per essa un libero ingresso, vi si getta, e salendo nel vaso (R) vi si costituisce all'ordinaria densità: torna quindi ad esercitare la pressione primiera, e riprincipia il giuoco.
      4° Il fiasco di Mariotte è un grande recipiente (fig. 189.), il cui collo è chiuso con un turacciolo traversato da un tubo (gl) di vetro, aperto da ambidue le parti. Al fianco della fiala vi sono tre beccucci (a,b,c) sottili, chiusi con sughero; e la bocca (l) inferiore del canapo (gl) trovasi in un piano (N) frapposto fra il secondo (b) ed il terzo (c) beccuccio. Empiuto d'acqua il vase ed il cannello, si osservano i seguenti fenomeni. I. Ove si apra il beccuccio (b) mediano, sgorga un poco di liquido; ma lo scolo cessa, quando l'acqua nel cannello è discesa al livello (eo) del beccuccio medesimo. Perchè su questo (b) e sulla bocca superiore (g) del cannello s'esercita la stessa pressione atmosferica, ma quella fatta sul beccuccio (b) è vinta dalla colonna liquida (eg) contenuta nel tubo.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





Mariotte Ove