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      La risposta a questa domanda è stata primieramente data da Priestley. Le parti verdi delle piante di giorno, cioè sotto l'azione della luce, decompongono l'acido carbonico assorbito dalle loro foglie e radici, si appropriano il C, e restituiscono l'O. Nella notte il loro acido carbonico ritorna nell'aria indecomposto; ma in assai minor dose: come si conosce con esperienze dirette, e col riflettere all'immensa quantità di carbone, che si otterrebbe abbruciando tutti i boschi, ad onta che le piante (ove prescindasi dal quel poco acido carbonico che può esser dato dalle foglie cadute) non ritrovino nel terreno che Si ed O. Insomma tutto è così ben compensato, che non manca nè l'acido carbonico ai vegetali, nè la vera aria agli animali, ed ai combustibili.
      4° Se l'aria non contenesse il N non sarebbe adatta alla respirazione: ma il N non potrebbe respirarsi solo. Non già che esso positivamente sia nocivo, come sarebbe il Cl, o l'acido idrosolforico; ma perchè manca, come l'H, di quelle qualità che gli sarebbero necessarie per eseguire le funzioni dell'O. Del resto il N non serve solo a temperare l'eccessiva azione dell'O, chè altrimenti gli si potrebbe sostituire l'H, ciò che non è; ma desso à un particolare ufficio nell'economia animale, e vegetale. Secondo le sperienze di Magnus, il sangue contiene, per un ottavo del suo volume, disciolti tre gassi, cioè O, Az, ed acido carbonico; ma nell'arterioso vi è più O ed Az, che nel venoso; in questo invece vi è più acido. Donde dee concludersi che il sangue venoso, trovandosi nei polmoni a contatto coll'aria, abbandona parte del suo acido carbonico, e discioglie dell'O e del N, per la semplice legge (53.), dell'assorbimento.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





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