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      12.). La varietà sta in questo, che il liquido è qui più abbondante, ed il tubetto (bc) à un ristringimento là (in c) dove esso imbocca nel bulbo. Donde consegue che l'aria, riscaldata coll'impugnare uno (a) dei bulbi, spinge, con impeto e con un getto simile ad una fontanella, il liquido nell'altro bulbo (d); e poi essa medesima, traversando a gallozzoline e con qualche gorgoglìo il liquido medesimo, mette questo in agitazione, ed in apparente bollizione.
      (20) Si avverta che il peso non è la pressione attuale ed effettiva, cui fanno i ponderabili; ma una proprietà di questi, vale a dire quella forza che essi esercitano, quando incontrano un ostacolo che impedisce loro di cadere. È ben vero, che il peso può definirsi la pressione che i corpi fanno; ma in tale definizione il vocabolo pressione non rappresenta l'effetto, ma la cagione: chè i Fisici chiamano pressione ogni forza costante, la quale si esercita sopra un corpo, che è d'altronde impedito a muoversi. Del resto le forze, non si acquistano allora solamente che si esercitano; nè poi si perdono, quando se ne sospende l'esercizio. Fatta questa avvertenza, vede ognuno che i gravi ànno peso anche allora che, non essendovi chi ponga ostacolo al lor cadere, non esercitano di fatto veruna pressione; e che non è falso quello che asseriscono concordemente dotti ed indotti, che cioè: i corpi abbandonati a sè stessi cadono perchè pesano. Dico questo per premunire i miei scolari, affinchè non cadano nella debolezza di ripetere ciò, che io stesso ò udito da taluno di loro il quale credendosi in grado di menar la falce sulle dottrine comunemente ricevute, con grande sicumera e quasi si trattasse di una sua peregrina scoperta, si compiaceva di proclamare, che "quando un corpo cade non pesa, e quando pesa non cade". Proposizione, che farebbe ridere, se non facesser nausea le lepidezze nelle cose serie.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





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