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      3° La interposizione (fig. 1.) di un corpo opaco (MN) fra un punto lucido (L), ed una superficie (PQRS) rischiarata da questo, impedisce che la luce giunga sopra una certa parte (OC) di detta superficie. Suol dirsi che questa parte è in ombra; e che il resto è in luce piena.
      4° Ma se (fig. 2.) il corpo lucido (LL') è esteso, oltre l'ombra (ou), e la luce piena (PeQRcS), vi è una zona intermedia (ec), a cui non giunge luce da tutti i punti (del corpo lucido), i quali le restano incontro, ma da alcuni solamente. E l'illuminazione di questa zona si chiama penombra.
     
      III. SCOLII. 1° il fascetto è una piramide, la cui base è uguale alla superficie illustrata dai raggi provenienti da un punto lucido. Quindi è che il fascetto sarà di figura conica ogni volta, che la superficietta illuminata da un punto è un circolo. E questo è il caso che ordinariamente si suppone.
      2° il contorno dell'ombra è determinato (fig. 1.) da una retta (LO) indefinita, la quale tenendosi sempre ferma sul punto lucido (L) scorre tutt'intorno tangente (in M, in N, in ...) al corpo opaco (MN).
      3° Quando (fig. 2.) il corpo lucido (LL') è esteso, l'ombra si determina imaginando una retta indefinita (AL) che, tenendosi sempre fissa in un punto medesimo (A), scorre tangente ad ambedue i corpi (LL', ed MN) lucido ed opaco. La penombra poi viene determinata da una retta (XM) che, tenendosi sempre ferma sopra un medesimo punto preso fra il corpo lucido (LL') e l'opaco (MN), gira tangente prima al lembo inferiore (L') del lucido, ed al superiore (M) dell'opaco, e poi viceversa.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





PeQRcS