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      4° A distinguere il punto, in cui si rincontrano veramente i raggi lucidi, da quello in cui s'incrocicchiano le loro prolungazioni geometriche, si dà nome di foco reale al primo, e di foco virtuale al secondo.
     
      II. PROPOSIZIONE. Per mezzo degli specchi sferici si ottengono le imagini degli oggetti, vuoi lontanissimi, vuoi prossimi, che ad essi inviano la luce.
      Dimostrazione della prima parte. Questa, la quale riguarda le imagini prodotte da oggetti collocati a distanza grandissima, divideremo per chiarezza in tre punti. I. Applicando ciò, che nel paragrafo antecedente è stato provato di un punto lucido, ai singoli punti costituenti il disco solare, o lunare, è manifesto che per mezzo di uno specchio si deve ottenere per ognuno di essi il suo foco e la sua imagine. Ora questi fochi (esistendo ciascuno su quell'asse, che è relativo al punto lucido, donde emanano i raggi che lo formano) debbono avere fra loro quella stessa disposizione, che anno i punti lucidi costituenti l'oggetto. Spieghiamoci meglio. MN (fig. 27.) rappresenti la sezione normale di uno specchio pulimentato in ambedue le facce, C ne sia il centro di curvatura, LS l'asse relativo al punto L, o S, ed LS' quello relativo ad L', o S'. il foco di L, o di S si formerà sulla LA in F, cioè alla metà del raggio geometrico, e quello di L' o di S' sulla L'A' parimenti alla metà del detto raggio cioè in F. Ora gli assi, sui quali si costituiscono i fochi, s'incrocicchiano tutti al centro C di curvatura, e però sono disposti fra loro come i punti lucidi; e per la somiglianza dei triangoli LCL', SCS', FCF', i fochi medesimi ànno una disposizione relativa simile in tutto a quella dei detti punti lucidi.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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