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      20. Luce emergente da una lastra a facce piane e parallele.
      I. DEFINIZIONI. 1° il raggio di luce, che, dopo essere passato da un mezzo ad un altro, esce da questo secondo mezzo, è detto emergente.
      2° L'angolo, che il raggio emergente fa con una retta normale alla faccia del mezzo rifrangente, dalla quale esce, si denomina angolo di emergenza.
     
      II PROPOSIZIONE. il raggio emergente da una lastra a facce piane e parallele è parallelo all'incidente.
      Dimostrazione. Sia MO (fig. 37.) una lastra di vetro così fatta. Essendo parallele le due facce di questa, evidentemente l'angolo di incidenza II'N sulla seconda faccia dev'essere uguale a quello di rifrazione I'IP sulla prima: perchè questi due angoli sono alterni interni. Ma, quando la luce dal mezzo più denso ritorna nel primo mezzo meno denso, soffre (19. I) la rifrazione inversa a quella che à luogo, quando da questo entra in quello. Dunque l'angolo di emergenza EI'N dev'essere uguale a quello LIP d'incidenza prima. Ora ciascuno di questi due angoli, posto che le facce della lastra sieno (come si suppone), parallele, à un lato rispettivamente parallelo; cioè IP è parallelo ad I'N'. Dunque anche gli altri due lati LI, ed I'E sono paralleli fra loro.
     
      III. COROLLARIO. Dunque un oggetto, guardato a traverso di una lastra diafana a facce piane e parallele, potrà apparire spostato, ma non mai trasformato. Dacchè se tutti i raggi lucidi, trapassata che abbiamo una lastra sì fatta, procedono parallelamente alla direzione della loro incidenza, conservano evidentemente la stessa disposizione relativa, e perciò non possono produrre trasformazione veruna.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428