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      7° Quando la retina è fortemente impressionata da un oggetto splendente, non è atta a ricevere le deboli impressioni. Perciò non veggonsi le stelle a mezzogiorno; e quando si viene da un sito molto illuminato, si tarda a distinguere gli oggetti non tanto splendidi.
      8° Anche l'oggetto stesso molto illuminato apparisce circondato da un'aureola del colore complementare. E questo spiega il fenomeno, pel quale guardando il rosso posto accanto all'aranciato, quello tende al violetto, e questo al giallo; la prossimità del rosso e del torchino fa volgere quello al giallo, e questo al verde.
      9° Sopra una carta bianca si posino due corpicciuoli neri, uno a a sinistra, e il altro b a destra; quindi chiuso, per esempio, l'occhio sinistro, si diriga l'occhio destro verticalmente sull'oggetto a. Ciò fatto, si prenda l'altro oggetto b e si traslochi verso destra parallelamente alla retta congiungente i due occhi. Vi sarà un sito, a cui pervenendo b, cesserà di esser visibile, ma più in là tornerà a comparire.
      Si crede che divenga invisibile, quando la sua imagine si forma su quella estremità del nervo ottico, donde partono i filamenti della retina.
     
      II. DEFINIZIONI. 1° il fenomeno della epicicloide continua formata dal fotometro a riflessione (6. IV. 1°), e ogni altro simile, chiamasi persistenza delle imagini.
      2° L'estensione maggiore, che acquista l'imagine di un oggetto assai vivido, si dice irradiazione.
      3° Son dette imagini accidentali quelle, che appariscono del colore complementare per la stanchezza della vista.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428