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      Per la qual cosa, quando gli elementi giungeranno ad un certo numero, la quantità da sottrarsi pareggerà quella da aggiungersi per la nuova elettromozione, e la tensione rimarrà costante: sarà cioè inutile aggiungere altri elementi.
      2° Se la eterogeneità degli elettromotori rimanesse costante, la pila dovrebbe funzionare perpetuamente. Ma dopo un tempo più o meno lungo, le superficie degli elettromotori, che si toccano, verranno ad alterarsi a vicenda, e ricuoprirsi di particelle eterogenee, anzi sopra ciascuno si deporranno le particelle dell'altro. E però la pila andrà mano mano perdendo di forza, e poi cesserà di agire. E per farla agire di nuovo converrà riforbire, e riportare al loro primiero stato gli elettromotori.
     
     
     
      3° La pila verticale gravita fortemente sulle rotelle umide degli elementi inferiori, e ne spreme fuori un poco di umidità. Or questa stabilisce allora una comunicazione immediata fra due elettromotori omonimi di diversi elementi, il che disturba l'effetto.
      Quindi Volta stesso prima pensò di cangiar posizione alla sua colonna, e la posò orizzontalmente. Ma poi, essendosi accorto, che la estensione delle superficie in contatto non influisce sull'effetto, le diede tutt'altra forma. Al panno umido sostituì acqua acidula versata in tanti bicchieri (fig. 172.) e in ciascuno di questi immerse verticalmente due lastre una di rame (R), una di zinco (Z); quindi con liste di rame (S) riunì lo zinco di ciascun bicchiere col rame del bicchiere seguente. Questo apparecchio fu chiamato pila a corona di tazze.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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