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      III. PROPOSIZIONE. il solenoide possiede le tre virtù della calamita.
      Dimostrazione della 1a parte. Per dimostrare sperimentalmente la proposizione, le estremità del solenoide (fig. 197.) soglionsi ripiegare in maniera da potere essere immerse nell'idrargiro dei vasellettini del tavolino d'Ampère. Si noti innanzi tratto che, se il filo del solenoide sia vestito di seta, le spire possono farsi strettissime, ed allora operano come se fossero esattamente parallele: dacchè la somma delle deviazioni dal parallelismo è elisa dalla corrente rettilinea, che passa per mezzo al solenoide in senso inverso alla successione delle spire medesime. Poste le quali cose, si sappia, che un solenoide, sospeso al tavolino d'Ampère, allora solamente è in equilibrio, quando l'asse suo giace nel piano del meridiano magnetico, ed i suoi poli guardano gli omonimi terrestri. In tal caso le porzioni delle correnti, che formano i semicircoli inferiori ossia riguardanti la Terra, procedono tutte da est ad ovest, e il polo nort magnetico terrestre rimane alla destra della corrente. Dunque il solenoide à la virtù direttiva.
      Dimostrazione della 2a parte. Se sul solenoide si sbruffi della limatura di ferro, questa vi resta attaccata, come farebbe sopra una calamita. Anzi il solenoide medesimo si appressa a tutte le sostanze paramagnetiche, e fugge dalle diamagnetiche: di più (fig. 198.) fra i due poli (B, a) eteronimi di due solenoidi, o di un solenoide e di una calamita, vi è attrazione; fra i due omonimi (A,a; B,b) vi è ripulsione.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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