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      Purchè dunque non voglia riguardarsi questesso come un'azione meccanica, converrà riconoscere in lui una nuova sorgente di elettricità. Si può anche ritenere che la sopraddetta elettricità non sia dovuta al riscaldamento dacchè, facendo che dei due metalli a contatto il più caldo divenga più freddo, non si rovescia la corrente; il che, secondo le legge della termoelettricità, dovrebbe per fermo accadere. Che poi non debbasi a veruna azione chimica incontrovertibile, pare potersi dedurre dal fatto, che in alcune pile non vi à azione chimica, se non dopo chiuso il circùito e stabilita la corrente, e nelle altre le azioni chimiche sono visibilmente rinforzate allora quando principia in esse a circolare l'elettricità. Talchè sembra che non la corrente dalle azioni chimiche, ma queste da quella dipendano. Inoltre nelle sperienze di Volta si à l'elettrizzamento senza azioni chimiche. Delarive, partigiano della teoria chimica della pila, ricorre all'umidità delle dita, colle quali sostiensi l'elemento; e, se questo non sia, all'umidità dell'aria, che ossida lo zinco; e lo prova dall'appannamento del metallo, e dal cessare dei segni col verniciarlo. Ànno un bel mostrare i segnali elettrici un Peclet ad onta della vernice, un Plaff e Fechner nel vuoto e nell'aria secca, un Peltier con un elemento di oro e platino; ànno un bel far vedere Becquerel, Karsten, e Buff il rovesciamento dei segnali quando interviene una palese azione chimica fra due metalli, o fra un metallo ed un liquido: chè ad ogni obiezione è pronta una più o meno sottile risposta.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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