Pagina (312/428)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      9° Siamo ora in grado di spiegare il miraglio. Dunque l'aria specialmente sulle arene infuocate di Egitto, è più calda in basso che in alto: e però la luce riflessa dai corpi terrestri dee subire in prossimità del suolo modificazioni inverse a quelle, che soffre la luce, la quale dagli astri s'introduce nell'atmosfera. L'una e l'altra per rifrazione (17. III. 3°) s'incurva: ma questa passa da strati più rarefatti, perchè meno compressi, ai più densi, e quindi offre la sua concavità alla Terra; quella, trascorrendo dagli strati meno rarefatti, perchè più freddi, ai meno densi, deve rivolgere invece alla Terra la sua convessità. Per la qual cosa la luce (fig. 275.) che è diffusa dalla parte superiore di un oggetto, per esempio dalla cima (A) di un albero, dopo essere discesa per un certo tratto (fino ad O), aumentando sempre l'angolo d'incidenza, dovrà subire una riflessione totale (19.) e risalire. Giungerà pertanto all'occhio, come se provenisse da un punto (A') più basso del suolo. Insomma la riflessione totale, preparata e prodotta dagli strati d'aria orizzontali, esibirà il fenomeno medesimo di riflessione, che è dato dall'acqua di uno stagno, o di un lago. Questa spiegazione è stata ritrovata da Monge, allorchè facea parte della spedizione di Egitto. Biot à dimostrato che le diverse curve formate dai raggi, i quali arrivano (fig. 274.) all'occhio (O), si tagliano due per due nel ramo, che è dalla parte (AB) dell'oggetto, in modo da formare una caustica, o traiettoria limite, sotto la quale non può vedersi più nulla.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





Siamo Egitto Terra Terra Monge Egitto