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      Or bene: l'acqua proveniente da tal fusione, per una chiavetta (D), si fa scolare in un sottoposto recipiente (fig. 283.), e si pesa. Poniamo che un kilogrammo di ferro a 100° fonda 14 centigrammi di ghiaccio, e che un kilogrammo d'acqua parimenti a 100° ne fonda 130; il calorico specifico del ferro sarà dunque 0,14:1,3, cioè 0,11. È inevitabile per altro che una parte dell'acqua rimanga aderente al ghiaccio non ancora fuso; d'altronde l'aria, che penetra nel calorimetro per la chiavetta (D), fonde del ghiaccio da sè. Però Black à proposto il così detto pozzo di ghiaccio (fig. 284.), che è un masso di gelo, in cui prima si scava un foro, poi si ripone il corpo, e quindi vi si posa sopra, per chiuderne il foro, una lastra parimente di ghiaccio. Quando si à ragione per credere che il corpo siasi ridotto a 0°, si estrae, e si pesa l'acqua fusa.
     
     
     
     
      3° il metodo del raffreddamento, adottato da Meyer e Leslie, è fondato sul principio che i tempi impiegati dai corpi della stessa massa, per raffreddarsi di uno stesso numero di gradi, sono proporzionali alle rispettive capacità calorifiche. Veramente questo principio è rigoroso nel solo caso di corpi della stessa facoltà conduttrice, e posti nelle identiche condizioni. Quindi a rendere insensibile più che si possa l'effetto della diversa conducibilità, convien prendere masse molto piccole, ridurle in polvere, chiuderle in vasetti onninamente identici, e renderne assai lento il raffreddamento. Tuttavolta tal metodo non è abbastanza esatto, chè pei liquidi.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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