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      (12) Quanto alle altre cose non può dirsi nulla, perchè mancano gli assi.
      (13) E poi d = 1/2; e però delta?= 1/2 r2/(r - r) = 1/2 r2/0 = infinito.
      (14) Inoltre gamma???g?1/2 - infinito)/(1/2 - r) = -infinito/-1/2 r = infinito.
      (15) In questo caso d = 0, però delta = (0 x r) /(2 x 0 - r) = 0.
      (16) È stato ritrovato che, quando la luce trapassa dall'aria nel vetro, l'indice di rifrazione è presso a poco 3/2, e precisamente 17/11; quando dall'aria nell'acqua è 4/3.
      (17) L'angolo limite del vetro è 40°, quello dell'acqua è 28°, 30'.
      (18)
     
      Si trae profitto dalla riflessione totale, per far deviare la luce, e spesso anche di 90°. A cagion d'esempio sarebbe assai incomodo guardare direttamente un astro allo zenit: ma, se invece la sua luce cada normalmente sul cateto di un prisma rettangolare, andrà ad incontrare l'ipotenusa sotto l'angolo d'incidenza di 45°, uscirà normalmente per l'altro cateto, e l'astro potrà essere veduto mirando orizzontalmente. Ma oltre ciò, questo fenomeno à dato occasione alla invenzione delle così dette camere chiare. Descriveremo la migliore, che è quella di Amici. Facciamo che ABC (fig. 35.) rappresenti un prisma rettangolare di vetro, L un punto lucido, SS' una lastra diafana di vetro perpendicolare ad un cateto (AB) del prisma, ed L'un punto segnato sopra una carta. I raggi, che da L vanno al prisma secondo LI, soffrono una rifrazione, per la quale si presentano ad AC sotto un angolo maggiore del limite; quindi da IR si ripiegano in RI' per riflessione totale; ed emergendo in I'E sono riflessi parzialmente dalla lastra diafana, e giungono all'occhio in O secondo la direzione EO. La diafanità della lastra non impedisce che nel tempo stesso si vegga anche il punto L', e l'apice di una matita che la tocca.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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