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      Ma oltre ciò nei più perfezionati microscopii suole adottarsi l'oculare così detto di Campani; che consiste in due lenti (m ed n) piano-convesse, col piano rivolto verso l'occhio; ed offre il vantaggio di raccogliere i raggi troppo obliqui, che senza ciò non cadrebbero sull'oculare (n), e di più rende il sistema acromatico. Quanto all'aberrazione di sfericità, essa è corretta da due diaframmi (e, ed e').
      È celebre la disposizione data al microscopio da Amici di Modena. Questi à piegato il tubo (ABC) ad angolo retto (in B), ed à introdotto dentro quest'angolo un prisma (P) rettangolare di vetro, per mezzo del quale i fascetti lucidi saglienti verticalmente sono ripiegati di 90°, e vanno all'occhio in direzione orizzontale. Con ciò, si può guardare orizzontalmente, e quindi senza affaticar tanto la vista, come avverrebbe guardando verticalmente in giù un oggetto, il quale non potesse collocarsi che in un piano orizzontale.
     
      Il canocchiale (fig. 52.) destinato a mirare gli astri non è molto dissimile da un microscopio. L'oggettivo (M) è assai grande per raccogliere un maggior numero di raggi, e dell'oggetto (L L') produce al foco principale un'imagine (ab) reale, capovolta, e piccola (23. III. 1° 3°). Ma questa dista dall'oculare (N) meno del foco principale; se ne forma quindi una seconda imagine (AB) virtuale, ingrandita, diritta rispetto alla reale, e capovolta in riguardo all'oggetto. Siccome poi ogni piccolo movimento fa cangiare assai il campo di un canocchiale il cui ingrandimento sia forte; così al fianco di questo se ne annette un altro, che ingrandisca poco, chiamato il cercatore. il quale porta un diaframma (fig.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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