Pagina (388/428)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Così si può essere sicuri, che il filo non soffre torsione: giacchè, se esso invece del rame sostenesse la calamita, la forza direttiva di questa potrebbe tenerlo ritorto, anche quando tutto è in equilibrio.
      Finalmente si gira tutto l'apparato in guisa, che l'asse dell'asta di rame giaccia proprio nella linea, in cui suol porsi da sè la calamita, cioè riesca parallelo ad una sbarra sospesa ivi dappresso; allora dicesi che l'apparato è orientato.
      Tutto questo non basta, ma è necessario eziandio misurare la energia della forza direttiva della calamita. A tale scopo si levi l'asta di rame, e si riporti al suo posto la sbarra calamitata (ab); e quindi, a forza di torcere il filo metallico, si procuri di ritogliere l'asse di questa dal piano verticale, in cui suol giacere. Cioè si ravvolge l'anello superiore (d, D) finchè l'estremo dell'ago calamitato (ab), abbandonato lo zero, vada a fermarsi incontro al grado primo. Per ottenerlo era necessario a Coulomb girare la linea di fiducia (c) di 36°. Per conseguenza il filo era contorto di 36° al capo superiore: ma il capo inferiore avea girato di 1° nel senso stesso; ossia erasi storto di 1°. Dunque la virtù direttiva della calamita nell'apparecchio in tutto simile a quello di Coulomb (chè in un altro diverso si avrà un numero diverso) imprime al filo una torsione di 35° per riportare l'ago nel piano della sua direzione ordinaria. Che se si fosse voluto far fermare l'ago sulgrado 2°, si sarebbe dovuto far girare la linea di fiducia di ben 72°; ossia il filo avrebbe sostenuta una torsione di 70; ed ove l'ago si voglia far fermare sul 3°, il filo dev'essere ritorto di tre volte 35 gradi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





Coulomb Coulomb