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      3° Il valore delle forze, che stimolano non un sol punto, ma un corpo intero, si desume dal loro effetto: il quale consiste nel comunicare una certa velocità ad una data massa.
      4° L'effetto di una forza istantanea (I. 20a) e però la forza stessa, si fa uguale alla quantità di moto (I. 28a.) E veramente una forza dee dirsi tanto più energica, quanto maggiore è la velocità che imprime ad una unità di massa, o ad un punto materiale, e quanto è maggiore la massa, o il numero dei punti materiali, ai quali essa comunica l'unità di velocità.
      E in linguaggio algebrico, chiamando f la forza, v la velocità, m la massa, può dirsi chef = mv.
      5° La velocità si valuta dallo spazio percorso dal mobile nell'unità di tempo; cosicchè quanto è maggiore questo spazio, tanto è maggiore anche la velocità. Anzi questa si rappresenta precisamente dal detto spazio.
      6° La forza viva (I. 24a) suole(1) considerarsi come uguale al prodotto della massa pel quadrato della velocità.
      7° La intensità di una forza continua si stima dalla massa, a cui è impresso il moto, moltiplicata per l'aumento di velocità, che essa induce in una unità di tempo; ossia per la forza acceleratrice (I. 27°) moltiplicata per la massa. Per esempio, la forza della gravità, che è certamente continua, ove sia chiamata fi, deve esprimersi per l'aumento di velocità prodotto da essa in ciascuna unità di tempo, aumento che suole esprimersi per g, moltiplicato per la massa, che diremo m. Insomma sarà
      fi = gm.
     
      3. Parallelogrammo delle forze.
      È fondamentale in Meccanica lo studio dell'equilibrio e del moto di un punto materiale sollecitato da due forze istantanee.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





Parallelogrammo Meccanica