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      Con ciò, quando la potenza gira il mastio, questo si avanza parallelamente al suo asse, e spinge la resistenza. II. Può anche esser fisso assolutamente il mastio, e mobile invece la madrevite. In questo caso la potenza fa girare la madrevite, e dalla parte, dove questa s'avanza, s'applica la resistenza, la quale per ciò è spinta dalla madrevite medesima. III. Il mastio può terminare ai due suoi estremi in due perni, intorno ai quali possa girare, senza però traslocarsi; ed invece la madrevite sia traversata da due o più cilindri fermi, lungo i quali possa scorrere, senza ravvolgersi. In questo caso, girando il mastio, la madrevite è obbligata a passare di uno in un altro pane della vite, ed a spingere dinanzi a sè la resistenza.
      3° La vite può adoperarsi come macchina semplice, e come macchina composta. È semplice, quando la potenza è applicata immediatamente sul pane della vite; è composta invece, quando è applicata all'estremo di una caviglia infissa al mastio, o alla madrevite. Dacchè in questi casi il piano inclinato si combina coll'altra macchina originaria, cioè con la leva.
     
      III. PROPOSIZIONE. Nella vite per l'equilibrio la potenza sta alla resistenza, come il passo della vite sta alla circonferenza descritta dalla potenza stessa.
      Dimostrazione. Già è stato detto che la vite si risolve in un piano inclinato, la cui altezza è rappresentata dal passo della vite, e la cui base è la circonferenza stessa del verme.
      Inoltre, qualunque sia il modo dei tre sopradescritti, in cui si adopera la macchina; la potenza, chi ben consideri, sempre tende a far salire la resistenza lungo il piano inclinato, e a questo intento essa opera parallelamente alla base.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329