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      1° L'attrito radente è maggiore del composto, e questo del volvente. Infatti quando un corpo striscia sopra un altro, le prominenze dell'uno investono direttamente quelle dell'altro, e si spezzano a vicenda. Invece quando un corpo si volge su di un altro, le prominenze di quello si sollevano ed abbandonano i risalti di questo.
      2° L'attrito, a parità di circostanze in tutto il resto, e dentro certi limiti, è proporzionale alla pressione. Questa legge non può considerarsi esatta, che per le pressioni, le quali superano 400 chilometri, e sono inferiori a 1300. In forza di essa per altro l'attrito si considera come il coefficiente costante c della pressione p.
      3° L'attrito radente varia secondo la natura delle materie, ed è minore fra le sostanze eterogenee. Dalle sperienze risulta che fra legni nuovi e piallati c = 0, 5, fra metalli levigati e puliti c = 0,25; ma fra legni e metalli c = 0,2. Parimenti tra ferro e ferro c = 0,277..., fra ottone ed ottone c = 0,25; ma fra ferro e ottone c = 0,2.
      4° L'ampiezza della superficie, e la velocità maggiore, poco o nulla contribuisce a far variare l'attrito. Dappoichè un parallelepipedo di legno a facce disuguali, o strisci colla faccia maggiore o colla minore, o corra veloce, o discenda lentamente, manifesta sulla tavola del tribometro una resistenza uguale.
      5° Sembra che l'attrito cresca nei primi istanti del combaciamento; giunga al suo massimo valore, e poi rimanga costante. Questo tempo è brevissimo pei metalli, è di qualche minuto pei legni, e di parecchi giorni pei legni sovrapposti ai metalli.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329