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      10° Con esperienze di questo genere si è dimostrato, che un corpo abbandonato a sè stesso nel primo minuto secondo percorre qui in Roma metri 4,9013. Per lo che il valore di g, o della forza acceleratrice della gravità, per Roma è metri 9,8026. Ma nelle altre latitudini la gravità è diversa: anzi da accurate esperienze risulta che all'equatore g = 9,7808. Onde, confrontando questi valori, può dedursi che ai poli g = 9,8312.
     
      32. Ascendimento verticale dei gravi.
      Su questo può facilmente dimostrarsi, una tesi, donde traggonsi parecchi corollarii.
     
      I. PROPOSIZIONE. Un grave che, per una velocità datagli, ascende verticalmente nel vuoto, dopo un dato tempo rimane con una velocità uguale alla differenza fra la iniziale e quella, che nel tempo stesso la gravità attribuisce ai gravi cadenti.
      Dichiarazione. La verità di questa proposizione è per se stessa manifesta. Infatti chiamisi V la velocità impressa al grave nel senso verticale, ossia direttamente opposto alla gravità; si dica t il tempo dato, ed u la velocità che dopo quel tempo gli rimane. Evidentemente il mobile continuerebbe ad essere animato perpetuamente della stessa velocità V, se la gravità non agisse in senso inverso: cioè in tale ipotesi astratta sarebbe sempre u = V, come è di fatto nel principio del moto. Ma poichè in realtà l'attrazione terrestre dà al grave continui impulsi, per farlo cadere, e questi s'oppongono direttamente al suo salire; così dopo un certo tempo la velocità residua v non sarà più tutta la V, ma questessa diminuita di tutta la velocità impressa nel tempo stesso dall'attrazione della Terra.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329

   





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