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      Ora, come sappiamo (30. II. 1°) nel tempo t la gravità, attribuisce una velocità v = g t. Dunque in fattou = V - g t.
     
      II. COROLLARII. 1° Dunque il moto di un grave, che sale verticalmente, sarà uniformemente ritardato. Giacchè nelle singole unità di tempo la gravità gli leva la stessa velocità, che gli imprimerebbe se cadesse liberamente.
      2° Dunque il grave cesserà di ascendere dopo un tempo uguale al rapporto fra la velocità iniziale e la forza acceleratrice della gravità. Dacchè evidentemente il grave finisce di salire quando u = 0, ossia quando V - g t = 0 ed allora V = g t; e perciò
      t = V/g
      3° Dunque per far salire verticalmente un corpo ad una data altezza, gli si deve dare una velocità iniziale pari a quella, che acquisterebbe col cadere liberamente dall'altezza medesima. Giacchè allora esso cessa di salire, quando la velocità iniziale è tutta elisa dall'azione della gravità. Ma questa toglie al grave ascendente gli stessi gradi di velocità, che gli darebbe, se cadesse liberamente.
      Dunque se, a fare ascendere un grave ad una data altezza, gli si desse minor velocità di quella che esso acquisterebbe discendendo dall'altezza medesima, dovrebbe ascendendo perdere maggior velocità di quella ricevuta inizialmente. Ma quando à perduta una velocità uguale alla ricevuta, già si ferma. Dunque non arriverà colassù, ove si volea. Se poi gli si desse maggior velocità, giunto all'altezza voluta non avrebbe ancor perduta tutta la velocità iniziale, e seguirebbe a salire più su di quello che si pretendeva.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Terza
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 329